ArchiStorie 2018

Si è conclusa ArchiStorie la  nuova rassegna dell’Associazione, promossa in collaborazione con Anteo spazioCinema, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano e del Municipio 1 del Comune di Milano.

La prima edizione di  una rassegna di film di fiction sui temi dell’architettura, dell’urbanistica e del paesaggio.

Tre domeniche, da 13 al 27 maggio alle ore 10.30 con tre film capolavoro sull’architettura presentati da Luca Molinari architetto, storico e critico dell’architettura e appassionato divulgatore capace di raccontare una disciplina anche complessa con semplicità e competenza .

I titoli in programma sono stati:

 

 DOMENICA 13 MAGGIO:  La fonte meravigliosa di King Vidor, 1949, 114′

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Howard Roark è un architetto dalle idee avveniristiche e non disposto a cedere a compromessi pe r soddisfare i propri clienti. Per campare deve perciò adattarsi a un lavoro manuale. Chiamato a New York, vede finalmente realizzarsi il suo sogno di costruire un grattacielo, ma il suo progetto viene attaccato violentemente dal miliardario Wynand, marito di Dominique, una ragazza di cui un tempo Howard era innamorato.

L’architettura moderna come fede e missione. Howard Roark, alias di Frank Lloyd Wright, uno dei maestri dell’architettura del ‘900, è il simbolo dell’autore che non conosce mediazioni e compromessi pur di vedere l’ideale della modernità realizzarsi compiutamente nel mondo nuovo. Un “classico” che ci ricorda la battaglia di valori e cultura portata avanti dalle avanguardie moderniste lungo il secolo appena passato.

 

 

Immagine correlataDOMENICA 20 MAGGIO: Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders, 1987, 130′

Berlino, anni ottanta. Due angeli chiamati Damiel e Cassiel vagano nella città come entità: sono invisibili e impercettibili dalla popolazione, osservano i berlinesi e ascoltano i pensieri dei passanti, costretti nella condizione di non poter interagire con essi. Il loro motivo di vita non è lo svolgimento della classica e stereotipata funzione di angelo, ma piuttosto quello di vedere, memorizzare e preservare la realtà. Damiel è quello a cui pesa maggiormente la propria condizione: vorrebbe poter diventare uomo per percepire il senso della materia e della quotidianità. Un giorno l’angelo vede in discoteca Marion, una bellissima trapezista, e se ne innamora.

La sospensione e il vuoto come forma di progetto e comprensione della città contemporanea. La Berlino di Wim Wenders è una metropoli in attesa di un cambiamento profondo, popolata da emozioni che diventano spazi e atmosfere da abitare. Narrazione che diventa epopea.

 

 

Immagine correlataDOMENICA 27 MAGGIO: I misteri del giardino di Compton House

di Peter Greenaway, 1982, 108′

1694, campagna inglese. Mrs. Herbert, moglie di un ricco proprietario terriero, assume il paesaggista di successo Mr. Neville per eseguire dodici disegni della propria dimora di Compton House. Ne farà dono al marito quando rientrerà da un viaggio di due settimane.
Per convincere il pittore inserisce nel contratto la clausola per cui lei gli si concederà alla fine di ogni disegno. Il pittore si mette all’opera, ma nel paesaggio compaiono inquietanti oggetti: farsetti bagnati di sangue, camicie strappate. Tutti inquietanti indizi di un delitto.

La prospettiva come regola del mondo, come sguardo ordinatore, come forma per costruire il paesaggio che ci circonda. I misteri del giardino di Compton House è una narrazione sofisticata in cui paesaggio, eros e progetto s’incontrano mediati da una visione che sta cambiando profondamente sotto la scure di una rivoluzione sociale che travolgerà il mondo.

 

Film da vedere o rivedere per leggere in modo diverso un cruciale componente dell’ambiente antropizzato che, anche quando rimane sullo sfondo, diventa protagonista a tutti gli effetti del racconto cinematografico.

 

Scarica QUI il programma completo