Torna Visioni d’Arte!

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Segnate le date: 23, 30 marzo e 6 aprile all’Anteo. Comincia la dodicesima edizione di Visioni d’Arte, la nostra rassegna di documentari di divulgazione sui beni culturali aperta gratuitamente al pubblico.

La rassegna, quest’anno curata da Luca Molinari, ha come titolo Casa e metropoli: l’architettura in scena. Importanti documentari di divulgazione raccontano l’architettura, dalla casa alla città.

La prima giornata (23 marzo ore 10.30) sarà dedicata al Futuro e distopie possibili.  Il sogno dell’uomo di toccare il cielo con i tetti delle proprie architetture che da Babele porta a Metropolis. Poi case elettriche, apribili, parlanti, mobili che da Buster Keaton ci accompagnano fino a Jacques Tati, il sogno dell’abitazione domotica e gli
incubi domestici di Ettore Sottsass. Camminare e viaggiare con una televisione in mano, immaginario che diventa realtà come nelle distopie possibili di The Line nel deserto arabo e tra le macerie di Gaza. Dove finisce il futuro e comincia la realtà?

La rassegna prosegue (30 marzo ore 10.30) con Vivere nella metropoli. Il secolo delle città è anche il secolo del cinema in cui si celebra ossessivamente la metropolitanizzazione del pianeta. Giancarlo De Carlo e Ugo La Pietra ci chiamano a riappropriarci delle città, mentre Renzo Piano ci spiega cosa vuole dire costruire spazi urbani a misura d’uomo oggi. Francesco Jodice interroga i margini delle metropoli e The Delay ci spiega che ogni luogo è prima di tutto uno spazio sonoro tra il nostro corpo e le cose che ci circondano.

Il programma di Visioni d’Arte 2025 chiude domenica 6 aprile (ore 10.30) con Casa, dolce casa. Ogni elemento delle nostre case è un mondo da guardare, scoprire e abitare. Ogni stanza è un mosaico che compone universi.
Scale, porte, ascensori, bagni, letti, cucine sono gli Elementi rapiti dalla storia del cinema da Davide Rapp. Ma potremmo anche perderci nella stanza minima di Renato Pozzetto o lungo il corridoio di Shining. Gae Aulenti ci accompagna nel suo privato domestico e gli Hikikomori di Francesco Jodice racconta di stanze chiuse che diventano mondi esclusi dal mondo esterno.

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